No alla legge contro l'omofobia

venerdì 26 aprile 2013

MEDJUGORJE: messaggio del 25 Aprile 2013

"Cari figli!
Pregate, pregate, soltanto pregate affinché il vostro cuore si apra alla fede come il fiore si apre ai raggi caldi del sole.
Questo è il tempo di grazia che Dio vi da attraverso la mia presenza e voi siete lontani dal mio cuore.
Perciò vi invito alla conversione personale ed alla preghiera in famiglia.
La Sacra Scrittura sia sempre l'esortazione per voi.
Vi benedico tutti con la mia benedizione materna.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata".

mercoledì 17 aprile 2013

GESU': IL NOSTRO AVVOCATO!

clicca qui per il Video della catechesi del Santo Padre Francesco del 17 aprile 2013.

È salito al cielo, siede alla destra del PadreCari fratelli e sorelle, buongiorno!Nel Credo, troviamo l’affermazione che Gesù «è salito al cielo, siede alla destra del Padre». La vita terrena di Gesù culmina con l’evento dell’Ascensione, quando cioè Egli passa da questo mondo al Padre ed è innalzato alla sua destra. Qual è il significato di questo avvenimento? Quali ne sono le conseguenze per la nostra vita? Che cosa significa contemplare Gesù seduto alla destra del Padre? Su questo, lasciamoci guidare dall’evangelista Luca.
Partiamo dal momento in cui Gesù decide di intraprendere il suo ultimo pellegrinaggio a Gerusalemme. San Luca annota: «Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme» (Lc 9,51). Mentre “ascende” alla Città santa, dove si compirà il suo “esodo” da questa vita, Gesù vede già la meta, il Cielo, ma sa bene che la via che lo riporta alla gloria del Padre passa attraverso la Croce, attraverso l’obbedienza al disegno divino di amore per l’umanità. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che «l’elevazione sulla croce significa e annuncia l’elevazione dell’ascensione al cielo» (n. 661). Anche noi dobbiamo avere chiaro, nella nostra vita cristiana, che l’entrare nella gloria di Dio esige la fedeltà quotidiana alla sua volontà, anche quando richiede sacrificio, richiede alle volte di cambiare i nostri programmi. L’Ascensione di Gesù avvenne concretamente sul Monte degli Ulivi, vicino al luogo dove si era ritirato in preghiera prima della passione per rimanere in profonda unione con il Padre: ancora una volta vediamo che la preghiera ci dona la grazia di vivere fedeli al progetto di Dio.
Alla fine del suo Vangelo, san Luca narra l’evento dell’Ascensione in modo molto sintetico. Gesù condusse i discepoli «fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio» (24,50-53); così dice san Luca. Vorrei notare due elementi del racconto. Anzitutto, durante l’Ascensione Gesù compie il gesto sacerdotale della benedizione e sicuramente i discepoli esprimono la loro fede con la prostrazione, si inginocchiano chinando il capo. Questo è un primo punto importante: Gesù è l’unico ed eterno Sacerdote che con la sua passione ha attraversato la morte e il sepolcro ed è risorto e asceso al Cielo; è presso Dio Padre, dove intercede per sempre a nostro favore (cfr Eb 9,24). Come afferma san Giovanni nella sua Prima Lettera Egli è il nostro avvocato: che bello sentire questo! Quando uno è chiamato dal giudice o va in causa, la prima cosa che fa è cercare un avvocato perché lo difenda. Noi ne abbiamo uno, che ci difende sempre, ci difende dalle insidie del diavolo, ci difende da noi stessi, dai nostri peccati! Carissimi fratelli e sorelle, abbiamo questo avvocato: non abbiamo paura di andare da Lui a chiedere perdono, a chiedere benedizione, a chiedere misericordia! Lui ci perdona sempre, è il nostro avvocato: ci difende sempre! Non dimenticate questo! L’Ascensione di Gesù al Cielo ci fa conoscere allora questa realtà così consolante per il nostro cammino: in Cristo, vero Dio e vero uomo, la nostra umanità è stata portata presso Dio; Lui ci ha aperto il passaggio; Lui è come un capo cordata quando si scala una montagna, che è giunto alla cima e ci attira a sé conducendoci a Dio. Se affidiamo a Lui la nostra vita, se ci lasciamo guidare da Lui siamo certi di essere in mani sicure, in mano del nostro salvatore, del nostro avvocato.
Un secondo elemento: san Luca riferisce che gli Apostoli, dopo aver visto Gesù salire al cielo, tornarono a Gerusalemme “con grande gioia”. Questo ci sembra un po’ strano. In genere quando siamo separati dai nostri familiari, dai nostri amici, per una partenza definitiva e soprattutto a causa della morte, c’è in noi una naturale tristezza, perché non vedremo più il loro volto, non ascolteremo più la loro voce, non potremo più godere del loro affetto, della loro presenza. Invece l’evangelista sottolinea la profonda gioia degli Apostoli. Ma come mai? Proprio perché, con lo sguardo della fede, essi comprendono che, sebbene sottratto ai loro occhi, Gesù resta per sempre con loro, non li abbandona e, nella gloria del Padre, li sostiene, li guida e intercede per loro.
San Luca narra il fatto dell’Ascensione anche all’inizio degli Atti degli Apostoli, per sottolineare che questo evento è come l’anello che aggancia e collega la vita terrena di Gesù a quella della Chiesa. Qui san Luca accenna anche alla nube che sottrae Gesù dalla vista dei discepoli, i quali rimangono a contemplare il Cristo che ascende verso Dio (cfr At 1,9-10). Intervengono allora due uomini in vesti bianche che li invitano a non restare immobili a guardare il cielo, ma a nutrire la loro vita e la loro testimonianza della certezza che Gesù tornerà nello stesso modo con cui lo hanno visto salire al cielo (cfr At 1,10-11). È proprio l’invito a partire dalla contemplazione della Signoria di Cristo, per avere da Lui la forza di portare e testimoniare il Vangelo nella vita di ogni giorno: contemplare e agire, ora et labora insegna san Benedetto, sono entrambi necessari nella nostra vita di cristiani.
Cari fratelli e sorelle, l’Ascensione non indica l’assenza di Gesù, ma ci dice che Egli è vivo in mezzo a noi in modo nuovo; non è più in un preciso posto del mondo come lo era prima dell’Ascensione; ora è nella signoria di Dio, presente in ogni spazio e tempo, vicino ad ognuno di noi. Nella nostra vita non siamo mai soli: abbiamo questo avvocato che ci attende, che ci difende. Non siamo mai soli: il Signore crocifisso e risorto ci guida; con noi ci sono tanti fratelli e sorelle che nel silenzio e nel nascondimento, nella loro vita di famiglia e di lavoro, nei loro problemi e difficoltà, nelle loro gioie e speranze, vivono quotidianamente la fede e portano, insieme a noi, al mondo la signoria dell’amore di Dio, in Cristo Gesù risorto, asceso al Cielo, avvocato per noi. Grazie.

lunedì 15 aprile 2013

PAPA FRANCESCO E FATIMA

Cari amici, come Vi ho già accennato mi sto convincendo sempre più che gli anni a venire sono misteriosamente legati alle apparizioni di Fatima e ai segreti che la Madonna rivelò ai tre pastorelli.
Antonio Socci in un articolo pubblicato ieri 14-04-13 su libero ci ha svelato ulteriori segnali che il messaggio di Fatima si sta ancora svolgendo. Vi invito pertanto a leggere il suo articolo con la disposizione d'animo di essere chiamati a far parte attiva di questa storia rispondendo all'appello della Madonna di Fatima.

ecco alcuni stralci tratti da IL NUOVO PAPA E IL TERZO SEGRETO DI FATIMA di Antonio Socci
del 14 APRILE 2013.

Papa Bergoglio è alle prese col giallo del “quarto segreto” di Fatima, la misteriosa parte della profezia della Madonna che non sarebbe ancora stata pubblicata? Lo si evince da una serie di eventi sorprendenti di questi giorni ....
Nel 2000 Giovanni Paolo II decise di rendere pubblico il Terzo Segreto: in quel testo suor Lucia descrisse la visione del “vescovo vestito di bianco”, la sua dolente Via Crucis in una città distrutta, in mezzo ai cadaveri, infine il suo martirio, sul monte della Croce, insieme a tanti vescovi e fedeli.
... monsignor Capovilla aveva riferito, un’intervista di alcuni anni prima, che quando – nel 1959 – papa Roncalli lesse il Terzo segreto e decise di secretarlo, disse allo stesso Capovilla di “richiudere la busta” scrivendoci sopra “non dò nessun giudizio” perché il messaggio “può essere una manifestazione del divino e può non esserlo”.
Ebbene questa scritta, di pugno di Capovilla, nelle buste mostrate in tv non c’era. Perché? Bertone non dette risposta. Evidentemente c’era un’“altra” busta che conteneva la parte controversa.
Di lì a pochi giorni lo stesso Capovilla, interpellato da Paolini, confermò l’esistenza di qualcos’altro: un “allegato”.
....  Del resto ad aprire nuovi scenari sul terzo segreto è stato lo stesso Benedetto XVI nel maggio 2010. .... “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa”.
Disse queste parole nel pieno dello scandalo pedofilia, durante un improvviso pellegrinaggio a Fatima, il 13 maggio 2010, davanti al Santuario.
 “oltre questa grande visione della sofferenza del Papa, che possiamo in prima istanza riferire a Papa Giovanni Paolo II, sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano… e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano… Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa”. ... 
“Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni (2017) affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità”.
Evidentemente per Benedetto XVI stavano per arrivare gli anni decisivi. Questi....
Ed eccoci ad oggi. Papa Ratzinger, ormai 85enne, sente mancargli le forze di fronte alla sfida dei tempi e rinuncia al pontificato l’11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes.
Il successore viene eletto il 13 marzo successivo (il giorno 13 del mese richiama la devozione di Fatima). Molti riflettono sulla misteriosa espressione del Terzo segreto: “il vescovo vestito di bianco”. Di cui suor Lucia scriveva: “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”.
Ci si chiede se quelle parole possano riferirsi al papa dimissionario. O al successore che ama definirsi “vescovo di Roma”.
Lo stesso papa Francesco, devoto a Maria (a cui dedica la sua prima uscita), cita Fatima all’Angelus del 17 marzo. Poi una decina di giorni fa un episodio sorprendente. Papa Bergoglio telefona a monsignor Capovilla, ormai novantenne, che vive nella bergamasca. Lo vuole incontrare.
Capovilla aderisce. Questo strano incontro e i suoi contenuti restano tuttora avvolti nel mistero. Perché nel primo mese del suo pontificato il Papa ha sentito il bisogno di vedere riservatamente l’antico segretario di Roncalli? Per quale urgenza?
Infine tre giorni fa, a un mese esatto dalla sua elezione, un annuncio a sorpresa: papa Francesco ha chiesto al patriarca di Lisbona, il cardinale José Policarpo, di consacrare il suo pontificato alla Madonna di Fatima.

mercoledì 3 aprile 2013

Messaggio da Medjugorje - 2 Aprile 2013

"Cari figli, vi invito ad essere nello spirito una cosa sola con mio Figlio. Vi invito affinché, attraverso la preghiera e per mezzo della Santa Messa, quando mio Figlio si unisce a voi in modo particolare, cerchiate di essere come Lui. Affinché siate, come Lui, sempre pronti a compiere la volontà di Dio, e non a chiedere che si realizzi la vostra. Perché, figli miei, per volontà di Dio siete ed esistete ma, senza la volontà di Dio, siete un nulla. Io, come Madre, vi  chiedo di parlare della gloria di Dio con la vostra vita, perché in questo modo glorificherete anche voi stessi, secondo la sua volontà. Mostrate a tutti umiltà ed amore verso il prossimo. Per mezzo di questa umiltà e di questo amore, mio Figlio vi ha salvato e vi ha aperto la via verso il Padre Celeste. Io vi prego di aprire la via verso il Padre Celeste a tutti coloro che non l'hanno conosciuto e non hanno aperto il proprio cuore al suo amore. Con la vostra vita aprite la via a tutti coloro che stanno ancora vagando in cerca della verità. Figli miei, siate miei apostoli che non hanno vissuto invano. Non dimenticate che verrete davanti al Padre Celeste e gli parlerete di voi. Siate pronti! Di nuovo vi ammonisco: pregate per coloro che mio Figlio ha chiamato, ha benedetto le loro mani e li ha donati a voi. Pregate, pregate, pregate per i vostri pastori. Vi ringrazio."