No alla legge contro l'omofobia

giovedì 29 marzo 2007

Perché non possiamo non dirci cretini leggendo Odifreddi

Giusto per riprendere e cercare di capire cosa può portare un matematico a sragionare uscendo dalla logica ed offendendo chi non la pensa come lui.
A rigor di logica dovrebbe vigere il rispetto per ciò che non si conosce, invece in questo caso emerge la presunzione di ridurre tutto alla certezza matematica.
Vorrei chiedere al tal matematico, se quando dice di amare sua moglie o i suoi figli si sente cretino, visto che non è dimostrabile quanto ama o quanto i suoi figli si fidino di lui.
Noi potremmo anche perdonarlo ma vorremmo vedere un po' di coerenza e di rispetto.
Pubblihimo qui parte dell'interessante articolo di Giuliano Zincone su Il Foglio di giovedì 29 marzo 2007

C’È UN BESTSELLER CHE VUOLE FARCI PASSARE (QUASI) TUTTI PER EBETI DA MILLENNI. CHISSÀ CHE TIPO DI EXIT POLL HA FATTO
...Miliardi e miliardi di credenti hanno calpestato
l’orbe terracqueo. Come mai? “Credo
quia absurdum”, predica una sentenza
dedotta e/o attribuita (Tertulliano? Agostino?
Due cretini, comunque). Mi sembra molto
difficile negare che l’umanità abbia fame
e sete di assurdo, di sogni impossibili, di
sperare in una vita al di là della vita, nelle
forme più diverse, dalla reincarnazione al
purgatorio. E trovo piuttosto infantile schiaffare
nell’inferno dei cretini tutti i geni che le
religioni hanno prodotto. Quel che mi sorprende,
tuttavia, non è soltanto il fatto che,
nella storia dell’uomo, non sia mai esistita
una società completamente atea, bensì la
coincidenza dell’astrattezza presunta dei
credenti (compresi gli ebeti “assorti nella
contemplazione delle cose celesti”) con le
loro formidabili realizzazioni pratiche e visibili.
Nessuno nega che singoli atei abbiano
prodotto risultati eccellenti nei territori immateriali
delle scienze, delle letterature e
delle filosofie (spesso accollandosi l’onere
della pars destruens). Ma è curioso osservare
che gli imbambolati religiosi hanno costruito
(quasi?) tutto ciò che abbellisce la
crosta del pianeta, dalla Cappella Sistina ad
Angkor Wat. Insomma: i cretini hanno lasciato
tracce solidissime e patrimoni di bellezza
che ancora stupiscono il mondo. Gli atei/intelligenti,
invece, hanno edificato soprattutto
nobili cattedrali di parole, spesso confutate
dai loro posteri, spesso effimere. Ciò mi
fa sospettare che i superstiziosi con le teste
tra le nuvole abbiano più esperienza delle
opere concrete di quanta ne abbiano alcuni
cultori (materialisti?) delle logiche matematiche.
I cultori, si sa, coltivano. Ma quando la
coltivazione diventa un culto, finisce con l’imitare
una qualsiasi religione, compresa
quella dei cristiani/cretini.

lunedì 26 marzo 2007

Medjugorje: messaggio del 25 marzo 2007

A Medjugorje (Čitluk, Bosnia-Erzegovina) già da tempo sei testimoni affidabili, sotto giuramento, hanno continuato caparbiamente a testimoniare che dal 24 giugno 1981 fino ad oggi la Beata Vergine Maria o, come la chiama qui la gente, Gospa, la Madonna, appare loro quasi quotidianamente.
Per una descrizione accurata dei fatti visita il sito ufficiale

Dal 25 gennaio 1987 la Vergine invia i Suoi messaggi il 25 di ogni mese tramite la veggente Marija Pavlović. Tutto questo continua ancora oggi.

MESSAGGIO DEL 25 MARZO 2007
"Cari figli, desidero ringraziarvi di cuore per le vostre rinunce quaresimali. Desidero incitarvi a continuare a vivere il digiuno con cuore aperto. Col digiuno e la rinuncia, figlioli, sarete più forti nella fede. In Dio troverete la vera pace, attraverso la preghiera quotidiana. Io sono con voi e non sono stanca. Desidero portarvi tutti con me in paradiso, per questo decidetevi ogni giorno per la santità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

domenica 25 marzo 2007

Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”. Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo.
Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.
E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù le disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.

Parola del Signore


(capitolo 8,1-11)

Siamo tutti peccatori, e tutti abbiamo la possibilità di essere accolti da Dio. Che bello e che grande occasione nelle nostre mani!

sabato 24 marzo 2007

Più Famiglia: il manifesto

Ecco il manifesto sottoscritto dalle numerose associazioni di laici con cui si chiede una maggiore attenzione vesro la famiglia così come sancito dalla Costituzione Italiana (articoli 29 - 30 - 31).
La proposta di legge Bindi Pollastrini, sembra essere invece un grande schiaffo alla Famiglia.
Anzi con le recenti manifestazioni della lobby gay è ormai chiaro che non si tratta altro che di un paravento per inventare improbabili unioni a tempo, precarie, e artificiali.
Sono infatti questi i maggiori motivi di contrarietà ai DI.Co (Dichiarazioni di Convivenza):
Temporaneità: la legge andrebbe ad equiparare unioni dichiaratamente temporanee ai matrimoni che almeno nell'intenzione sono per tutta la vita.
precarietà:le cosidette convivenze non offrono garanzie di stabilità, sono la precarizzazione del rapporto di coppia. Ciò risponde alla logica dell'usa e getta del tipo "Oggi stiamo insieme, domani chissà vado con un'altra", tutto il contrario dell'amore tra uomo e donna su cui si fonda il matrimonio.
artificiosità: I Di.Co equiparano il matrimonio tra uomo e donna a comportamenti non naturali come le unioni tra persone dello stesso sesso. Come ha ben dimostrato Joseph Nicolosi nel suo recente Libro " Oltre L'omosessualità" si tratta di reazioni ed effetti di problemi psichici ben definibili dovuti ad una difficile accettazione del proprio genere sessuale. Occorre pertanto distinguere l'amore dal desiderio di essere accettati, accolti dalle persone del proprio sesso. Le cure sono possibili e già molti sono guariti dall'omosessualità.

E' ora di far sentire la voce delle Famiglie Vere, l'appuntamento è per il 12 maggio a Roma.

venerdì 23 marzo 2007

Sette settimane e mezza. Abbiamo un appuntamento, sabato 12 maggio!

50 giorni al Family Day Giornalisti, provate a stupirci

Sette settimane e mezza. Abbiamo un appuntamento, sabato 12 maggio. Un documento denso e agile, leggibile da chiunque. Una cospicua lista di aggregazioni laicali. E soprattutto le famiglie, quelle fatte da una padre e una madre, legati in un’unione stabile aperta ai figli. Queste sette settimane e mezza sarebbero un tempo prezioso per parlare finalmente di loro non solo nei soliti risaputi termini di "crisi" della famiglia, "fine" della famiglia, famiglie moribonde, famiglie zombi, famiglie fatiscenti, famiglie sentina di vizio e violenza («La famiglia uccide più della mafia»: titolone criminale letto di recente su un grande quotidiano nazionale), contrapposte al dorato, ridente e suadente mondo delle unioni plurime, allargate, omosessuali. Sarebbero un tempo prezioso per parlare seriamente della casa, che per troppe famiglie potenziali non c’è e per troppe famiglie con figli è troppo piccola e troppo cara. Del lavoro, con le famiglie che devono loro, sempre loro adattare i propri tempi e i propri ritmi a quello delle aziende, quasi mai il contrario. Del part-time, nel nord Europa un normalissimo diritto, da noi spesso una concessione o perfino un privilegio. Di quanto costano i figli e di come quel costo sia tutto sulle spalle delle famiglie, quasi fossero pure loro un lusso e non una risorsa per l’intera società. Di come si parli ossessivamente dei consumi delle famiglie e non dei valori immateriali delle famiglie. Eccetera. Si potrebbe fare questo. Anzi, abbiamo la sensazione che la giornata del 12 maggio in sé valga eccome, ma che abbia altrettanto valore questo tempo di preparazione. Sette settimane e mezza, restano. Perché la prima metà l’abbiamo buttata via. Leggi i giornali, infatti, e che cosa leggiamo? Delle associazioni gay che si autoinvitano, pur non avendo alcuna intenzione di sottoscrivere il manifesto che fa discrimine stilato dagli organizzatori. I quali, democratici e sorridenti, non cascano nel tranello di chi li vorrebbe chiusi, aggressivi e ringhiosi e replicano: prego, accomodatevi pure, magari vedete di essere educati, la piazza è di tutti ma la festa l’abbiamo organizzata noi. I contenuti qui fanno la differenza. Leggiamo dei politici – io ci vo, no tu no, io forse, io vedrò – anche se la giornata non ha finalità politiche. Poiché è per la famiglia e contro nessuno, naturalmente non si parla di famiglia ma di "nessuno": dello spettro dei Dico, delle unioni di fatto, dei gay, eccetera. E siccome è tutto pensato e scritto e sottoscritto da fedeli laici, vai con la caccia al vescovo da spremere, nella speranza che conceda uno spiraglio, anche sottile come un capello a cui aggrapparsi per scatenare la polemica, perché questo fronte unanime e sereno e alacre delle aggregazioni laicali un po’ di rabbia fa: e dove sono i cattolici afasici, rancorosi, pigri, privi d’iniziativa? Sarebbe anche l’occasione per scoprire che cosa sono queste aggregazioni. Per lasciarsi trasportare dalla curiosità di andare a vedere, ascoltare, capire e raccontare che cosa unisce centinaia di migliaia di italiani che la cronaca ostinatamente ignora, prigioniera di troppi schemini ideologici. Non c’è spazio? A costo di apparire politicamente scorrettissimi, suggeriamo: un’intervista (la solita) in meno a un leader gay (il solito), e un’inchiesta in più per andare al cuore di un laicato cattolico che può sembrare afasico, signori, soprattutto perché nessuno lo sta a sentire, non i giornalisti, non i professori. Sette settimane e mezza, il tempo ci sarebbe. La voglia, beh, quella è tutto un altro discorso.

Pubblicato su Avvenire 22 marzo '07 - scritto da Umberto Folena

giovedì 22 marzo 2007

Udienza di Papa Benedetto XVI del 21-3-'07

Pubblico il testo dell'udienza generale di mercoledì 21 marzo 2007.
in grassetto alcune sottolineature che mi interessano particolarmente, anche se tutta questa catechesi è istruttiva ed interessante per i tempi che corrono.


San Giustino, filosofo e martire

Cari fratelli e sorelle,

stiamo in queste catechesi riflettendo sulle grandi figure della Chiesa nascente. Oggi parliamo di San Giustino, filosofo e martire, il più importante tra i Padri apologisti del secondo secolo. La parola “apologisti” designa quegli antichi scrittori cristiani che si proponevano di difendere la nuova religione dalle pesanti accuse dei pagani e degli Ebrei, e di diffondere la dottrina cristiana in termini adatti alla cultura del proprio tempo. Così negli apologisti è presente una duplice sollecitudine: quella, più propriamente apologetica, di difendere il cristianesimo nascente (apologhía in greco significa appunto “difesa”) e quella propositiva, “missionaria”, di esporre i contenuti della fede in un linguaggio e con categorie di pensiero comprensibili ai contemporanei.

Giustino era nato intorno all'anno 100 presso l'antica Sichem, in Samaria, in Terra Santa; egli cercò a lungo la verità, pellegrinando nelle varie scuole della tradizione filosofica greca. Finalmente - come egli stesso racconta nei primi capitoli del suo Dialogo con Trifone - un misterioso personaggio, un vegliardo incontrato lungo la spiaggia del mare, lo mise dapprima in crisi, dimostrandogli l'incapacità dell'uomo a soddisfare con le sole sue forze l'aspirazione al divino. Poi gli indicò negli antichi profeti le persone a cui rivolgersi per trovare la strada di Dio e la “vera filosofia”. Nel congedarlo, l'anziano lo esortò alla preghiera, perché gli venissero aperte le porte della luce. Il racconto adombra l'episodio cruciale della vita di Giustino: al termine di un lungo itinerario filosofico di ricerca della verità, egli approdò alla fede cristiana. Fondò una scuola a Roma, dove gratuitamente iniziava gli allievi alla nuova religione, considerata come la vera filosofia. In essa, infatti, aveva trovato la verità e quindi l’arte di vivere in modo retto. Fu denunciato per questo motivo e venne decapitato intorno al 165, sotto il regno di Marco Aurelio, l'imperatore filosofo a cui Giustino stesso aveva indirizzato una sua Apologia.

Sono queste - le due Apologie e il Dialogo con l'Ebreo Trifone - le sole opere che di lui ci rimangono. In esse Giustino intende illustrare anzitutto il progetto divino della creazione e della salvezza che si compie in Gesù Cristo, il Logos, cioè il Verbo eterno, la Ragione eterna, la Ragione creatrice. Ogni uomo, in quanto creatura razionale, è partecipe del Logos, ne porta in sé un “seme”, e può cogliere i barlumi della verità. Così lo stesso Logos, che si è rivelato come in figura profetica agli Ebrei nella Legge antica, si è manifestato parzialmente, come in “semi di verità”, anche nella filosofia greca. Ora, conclude Giustino, poiché il cristianesimo è la manifestazione storica e personale del Logos nella sua totalità, ne consegue che “tutto ciò che di bello è stato espresso da chiunque, appartiene a noi cristiani” (2 Apol. 13,4). In questo modo Giustino, pur contestando alla filosofia greca le sue contraddizioni, orienta decisamente al Logos qualunque verità filosofica, motivando dal punto di vista razionale la singolare “pretesa” di verità e di universalità della religione cristiana. Se l'Antico Testamento tende a Cristo come la figura orienta verso la realtà significata, la filosofia greca mira anch'essa a Cristo e al Vangelo, come la parte tende a unirsi al tutto. E dice che queste due realtà, l’Antico Testamento e la filosofia greca, sono come le due strade che guidano a Cristo, al Logos. Ecco perché la filosofia greca non può opporsi alla verità evangelica, e i cristiani possono attingervi con fiducia, come a un bene proprio. Perciò il mio venerato Predecessore, Papa Giovanni Paolo II, definì Giustino “pioniere di un incontro positivo col pensiero filosofico, anche se nel segno di un cauto discernimento”: perché Giustino, “pur conservando anche dopo la conversione grande stima per la filosofia greca, asseriva con forza e chiarezza di aver trovato nel cristianesimo ‘l’unica sicura e proficua filosofia’ (Dial. 8,1)” (Fides et ratio, 38).

Nel complesso la figura e l'opera di Giustino segnano la decisa opzione della Chiesa antica per la filosofia, per la ragione, piuttosto che per la religione dei pagani. Con la religione pagana, infatti, i primi cristiani rifiutarono strenuamente ogni compromesso. La ritenevano idolatria, a costo di essere tacciati per questo di “empietà” e di “ateismo”. In particolare Giustino, specialmente nella sua prima Apologia, condusse una critica implacabile nei confronti della religione pagana e dei suoi miti, considerati da lui come diabolici “depistaggi” nel cammino della verità. La filosofia rappresentò invece l'area privilegiata dell'incontro tra paganesimo, giudaismo e cristianesimo proprio sul piano della critica alla religione pagana e ai suoi falsi miti. “La nostra filosofia...”: così, nel modo più esplicito, giunse a definire la nuova religione un altro apologista contemporaneo di Giustino, il Vescovo Melitone di Sardi (ap. Hist. Eccl. 4,26,7).

Di fatto la religione pagana non batteva le vie del Logos, ma si ostinava su quelle del mito, anche se questo era riconosciuto dalla filosofia greca come privo di consistenza nella verità. Perciò il tramonto della religione pagana era inevitabile: esso fluiva come logica conseguenza del distacco della religione - ridotta a un artificioso insieme di cerimonie, convenzioni e consuetudini - dalla verità dell'essere. Giustino, e con lui gli altri apologisti, siglarono la presa di posizione netta della fede cristiana per il Dio dei filosofi contro i falsi dèi della religione pagana. Era la scelta per la verità dell'essere contro il mito della consuetudine. Qualche decennio dopo Giustino, Tertulliano definì la medesima opzione dei cristiani con una sentenza lapidaria e sempre valida: “Dominus noster Christus veritatem se, non consuetudinem, cognominavit - Cristo ha affermato di essere la verità, non la consuetudine” (De virgin. vel. 1,1). Si noti in proposito che il termine consuetudo, qui impiegato da Tertulliano in riferimento alla religione pagana, può essere tradotto nelle lingue moderne con le espressioni “moda culturale”, “moda del tempo”.

In un'età come la nostra, segnata dal relativismo nel dibattito sui valori e sulla religione - come pure nel dialogo interreligioso -, è questa una lezione da non dimenticare. A tale scopo vi ripropongo - e così concludo - le ultime parole del misterioso vegliardo, incontrato dal filosofo Giustino sulla riva del mare: “Tu prega anzitutto che le porte della luce ti siano aperte, perché nessuno può vedere e comprendere, se Dio e il suo Cristo non gli concedono di capire" (Dial. 7,3).

lunedì 19 marzo 2007

Festa di San Giuseppe


Auguri a tutti i papà, e a tutti Giuseppe.
In particolare anche tanti Auguri a Josef Razingher.
Il Sommo pontefice Benedetto XVI porta il nome di questo grande santo e come Papa ha il compito molto simile di custodire il VErbo di Dio nella Chiesa come fece San Giuseppe nella piccola Nazaret.
ancora auguri!

sabato 17 marzo 2007

La società dell'anti Cristo

Ascoltando il commento alla stampa di padre Livio su Radio Maria di oggi 17 marzo 2007 sono stato incuriosito dalla predicazione di mons Biffi per gli esercizi quaresimali del Papa. La predica è stata pubblicata su "Il Foglio" di giovedì 15 scorso.

molto interessante perchè delinea le caratteristiche dell'antiCristo, prendendo spunto da un piccolo libro scritto da Vladimir Sergeevic SOLOVIEV e pubblicato nell'anno 1900.
Quelo che stupisce ancor di più è il fatto che "Il racconto dell'anticristo" contiene alcuni elementi sorprendenti descrizioni e situazioni che sembrano scritte ieri per oggi ma che in realtà hanno ormai più di un secolo.
Insomma pare che Soloviev c'abbia azzeccato provate a leggere questo breve riassunto de Il racconto dell'anticristo.

Quello che il cardinal biffi sottolinea è che la società odierna ha in se molti elementi anticristiani che la connotano come un terreno fertile dove potrebbe realizzarsi la profezia di Soloviev.

Meditate gente meditate, quando si fa di tutto per eliminare l'idea di Verità, quando matematici danno del cretino ai Cristiani, o giornalisti s'improvvisano storici solo per negare la verità Storica dell'uomo Gesù Cristo, o chi s'inventa un'improbabile tomba, o romanzieri da 4 soldi vendono milioni di libri e bugie annesse, allora tutto può accadere anche la fine del mondo!

Qui trovate la sintesi dell'omelia del cardinal Biffi.
Buona lettura

venerdì 16 marzo 2007

A ROMANO DACCE LI NOMI: SE CE SEI BATTI UN COLPO!

Oggi ricorre l'anniversario del rapimento di Aldo Moro, avvenuto drammaticamente con l'uccisione della sua scorta per mano di un commando di menti deviate dall'ideologia marxista.

Purtroppo voi tutti sapete che la storia non ebbe lieto fine e dopo circa 2 mesi aldomoro venen ucciso e lasciato nel bagagliaio di un'auto in via Fani ( strana coincidenza il nome della via!)

Tutto questo si poteva evitare? occorreva cedere alle pretese dei delinquenti brigatisti? facile con il senno di poi rispondere...
Oggi però vorrei porre la questione su chi parlò depistando e ancora oggi non dice la Verità!
Ebbene si perchè un professore dell'università di Bologna di nome Romano P. (indovinate cosa fa adesso?) disse di avere fatto una seduta spiritica nella quale uno spirito rivelo dove Aldo Moro era tenuto prigioniero: Gradoli!
Ebbe nel paese di Gradoli non c'era nulla, ma in via Gradoli a Roma c'era un covo delle BR, ma non era la prigione dov'era segregato Aldo Moro. Difatto fu un depistaggio!

Nessuno creda alla panzana della seduta spiritica, quale cattolico anche sedicente come il nostro caro Romano, si avventurerebbe a parlare con gli spiriti contro gli insegnamenti del Vangelo? Allora emerge chiaramente che Romano P. non partecipò a nessuna seduta di spirito ma ascolto qualche suo amico legato alla BR!

oggi sarebbe ora che chi ricopre cariche istituzionali facesse i nomi per onesta verso la nazione!

A' Romanoooo dacce sti nomi !!!! altrimenti avremo la certezza che sei tra i fiancheggiatori dei brigatisti che uccisero Moro!
in attesa di Verità, oggi come allora, leviamo il grido di protesta: A'Romano?! se ce sei... BATTI UN COLPO!

mercoledì 7 marzo 2007

I sessi sono 2: un dato di realtà!

Domenica sera ho ascoltato su Radio Maria l'interessante trasmissione della sera dove si parlava dell'identità sessuale.
Il sesso è infatti uno degli elementi base con cui un individuo si identifica. E' un dato di realtà fisico e naturalmente verificabile: o sei maschio o sei femmina.
Insomma il fattore sessuale non è un dato del pensiero, o delle sensazioni, ma fisico!

Bene negli ultimi 30 anni c'è chi è convinto del contrario e che il sesso sia una scelta... mi vien da sorridere, se non scompisciarmi dalle risate, scelta si , ma fatta già dalla natura, non c'è scampo!

Oggi il movimento gay vuole farci credere normale avere tendenze e abitudini opposte a quelle naturali date dal proprio sesso.
Nulla di più falso. Già a livello statistico il dato "normale" ha a che fare con una casistica pressochè assoluta, cosa che non è per i casi di omosessualità. Inoltre, normale è un dato che attiene alla natura, cioè, l'avere tendenze sessuali consonanti al proprio sesso, e non opposte o dubbie!

Come dicevo domenica ho ascoltato con piacere la presentazione del libro del dott. Joseph Nicolosi "Oltre l'omosessualità" recuperabile facilmente presso le edizioni paoline. Finalmente qualcuno che ragiona, uno psicologo non deviato dalle ideologie gay, ma attaccato alla verifica del dato di realtà!

In trasmissione sono intervenuti anhe dei testimoni, persone che un tempo affette dall'omosessualità, ne sono felicemente guarite e ora conducono una vita normalissima, sposati con figli.

Insomma uno sprazzo di luce nel buoi della menzogna che ci circonda!

martedì 6 marzo 2007

Il coraggio della Verità

Mi ha molto colpito la notizia apparsa lo scorso 28 febbraio su Avvenire.
Che dire?!
Un grande grazie a questi otto studenti, che hanno scritto non solo un appello per senso di libertà, ma per cercare proprio nel confronto ( spesso negato all'Università) secondo i canoni scientifici della logica e dell'etica.
qualcuno storcerà il naso per questo richiamo all'etica, ma non vi sorprenda. L'etica nascie dalla filosofia, dall'uso libero della ragione applicato dall'Uomo alla natura.
Ed è proprio la mancanza di etica di certi sedicenti professori (vedi la sig.ra Elena Cattaneo)che non hanno nemmeno il coraggio di rispondere alle obiezioni bascondendosi dietro ai propri titoli altisonanti, ma che mi fammo solo venire in mente il ben noto proverbio "tanto fumo, poco arrosto"

Inutile dire che invito suddetta sedicente professoressa o a rispondere ascientificamente alle obiezioni o a dimettersi dal posto che occupa indebitamente vista la poca apertura mentale.

per approffondire (da Avvenire giovedì 1 marzo )

lunedì 5 marzo 2007

BregGio

Eccomi finalmente entrato nel web2!
vediamo che effetto che fa!

Oggi sembra già primavera ed invece mancano ancora 15 giorni!
Sarà, ma il cambiamenti climatici stanno diventando preoccupanti
se pensiamo che lo scorso anno a quest'ora c'era la neve!