No alla legge contro l'omofobia

mercoledì 25 luglio 2007

Partito dei drogati? maggioranza in parlamento!

Leggo questa notizia sul corriere della sera di oggi 25 luglio 2007 e resto "stupeffatto" (passatemi il gioco di parole).

Si perchè i parlamentari dovrebbero essere oltre che rappresentanti anche d'esempio per tutta la società, ora che non mi si venga a dire che in parlamento ci sono i migliori del paese.
Dopo questo voto sorgono seri dubbi! altro che pensione e vitalizio!
Invece di votare e le leggi che servono a migliorare il paese si passa il tempo a campare per raggiungere la quota 2 anni 6 mesi e un giorno per accaparrarsi il vitalizio!

Vergogna!

Alziamo la voce e facciamoci sentire, Se non votano questa legge significa che hanno paura di essere scoperti: in definitiva siamo amministrati da dei tossici!

Che Vergogna!

Dimissioni subito!

martedì 26 giugno 2007

Messaggio da Medjugorie del 25 giugno 2007

"Cari figli, anche oggi con grande gioia nel mio cuore vi invito alla conversione. Figlioli, non dimenticate che siete tutti importanti in questo grande piano che Dio porta avanti attraverso Medjugorje. Dio desidera convertire il mondo intero e chiamarlo alla salvezza e al cammino verso di Lui che è il principio e la fine di ogni essere. In modo speciale, figlioli, vi invito tutti dal profondo del mio cuore: apritevi a questa grande grazia che Dio vi dà attraverso la mia presenza qui. Desidero ringraziare ciascuno di voi per i sacrifici e le preghiere. Sono con voi e vi benedico tutti. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

tratto da www.radiomaria.org

martedì 29 maggio 2007

APPELLO ANTI FILMATO-CALUNNIA BBC

Appello per fermare il video della Bbc sui preti pedofili che la Rai trasmetterà a breve. l'appello è stato lanciato da Massimo Introvigne e vi hanno aderito venti parlamentari, tra cui Paola Binetti (Ulivo), e ottanta intellettuali.

ecco il link dove potete leggere l'appello

venerdì 25 maggio 2007

Messaggio della Madonna di Medjugorje del 25 maggio 2007

Cari figli, pregate con me lo Spirito Santo che vi guidi nella ricerca della volontà di Dio sul cammino della vostra santità. E voi che siete lontani dalla preghiera convertitevi e cercate, nel silenzio del vostro cuore, la salvezza della vostra anima e nutritela con la preghiera. Io vi benedico tutti ad uno ad uno con la mia benedizione materna. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

visita il sito ufficiale

La sorpresa di Piazza San Giovanni evento debordante ogni schema

articolo di Giancarlo Cesana tratto da Avvenire del 24-5-07

La manifestazione del Family Day è stata innanzitutto una sorpresa: per gli oppositori, ma anche per chi ci è andato. Ci si aspettava popolo ma non in tale sovrabbondanza. È stato detto con giustificata enfasi che la massiccia astensione del referendum sulla legge 40 si è trasformata in una presenza. Presenza di che?
Erano presenti le famiglie in un numero così esorbitante che cinquecentomila o un milione fa lo stesso. Intanto che le guardavo mi è venuto in mente l'episodio del Vangelo di Matteo in cui Gesù parla del matrimonio (Mt.19,3-10). Sono andato a ritrovarlo perché la memoria può essere imprecisa. Vale proprio la pena di rileggerlo. "Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: "È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?". Ed egli rispose: "Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi" (…). Gli dissero i discepoli: "Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi"". Anche i discepoli avrebbero potuto a loro volta tirare verso i Dico; erano inclini a considerare la famiglia un'esperienza difficile, se non impossibile.
In piazza San Giovanni erano presenti centinaia di migliaia di esperienze "difficili", eppure così positive da essere pubblicamente difese non solo dai "seguaci di Cristo", ma anche dai cosiddetti laici, senz'altro più numerosi degli altri laici, che manifestavano contro, in Piazza Navona. Quindi, in San Giovanni era copiosamente presente un fatto strano, proprio perché così quotidiano e popolare da non far sospettare la forza che straordinariamente esprimeva. In effetti, se la domanda dei discepoli aveva ragione di essere, come l'ha tutt'oggi, come può accadere che una famiglia duri? Che mistero è un popolo di famiglie?
Comunque si pensi, il 12 maggio abbiamo visto un pezzo di Italia, ostinatamente e diffusamente persuaso della definitività dell'amore, resistente alla corrosione che viene dal cinema, dalla tv, dai giornali, dai vicini di casa, dai colleghi di lavoro… dappertutto. Si è trattato di un avvenimento debordante da ogni scatola in cui si tenti di rinchiuderlo. Anche le spiegazioni dei commentatori appaiono spesso insufficienti perché il Family Day non ha rappresentato tanto un progetto o un'idea, quanto un fatto da prendere così come è perché, come dice una canzone di Battiato, è "un centro di gravità permanente" di una società che non potrebbe farne a meno.
I più entusiasti della manifestazione si chiedono cosa fare per svilupparne tutte le potenzialità. È stato detto che è nato un nuovo movimento, che i suoi leader sono pronti alla politica. Ci sono quelli a cui prudono le mani in vista dell'imminente lotta per una società più umana e più cristiana. Forse la prima cosa da fare è cercare di capire che cosa tiene insieme le famiglie, il loro affetto e la loro fecondità: non solo i corsi per fidanzati, che ormai, come dice un parroco mio amico, sono corsi per conviventi e nemmeno un partito dedicato che, probabilmente, è meglio che non nasca.
Non è un caso che il 12 maggio sia stato proposto dall'associazionismo cattolico, ovvero non da uno schieramento, ma da un mondo in cui la famiglia è il modo normale di trasmettere insieme alla vita, la fede come criterio di conoscenza e di moralità. È proprio una novità italiana che a questo mondo e a questa concezione si sia legata la simpatia di tanti non credenti. I partecipanti del Family Day, nella loro semplicità e fermezza, hanno espresso il valore civile della fede, che non è ostacolo, ma fattore di ragione e libertà per tutti. La grande manifestazione cui hanno dato vita è in fondo un'adesione di massa all'invito del Papa a spalancare la ragione; è l'esigenza di una nuova laicità, che, religiosa o no, non presume di sapere tutto, ma desidera innanzitutto imparare.

giovedì 24 maggio 2007

BAGNASCO: Vicini alla gente per accogliere e servire

Prima che cada nel dimenticatoio ( già la notizia pare scomparsa) Pubblichiamo il testo della prolusione tenuta ieri in Vaticano dall’arcivescovo Angelo Bagnasco all’apertura dei lavori dell’Assemblea della Cei.
TRa le cose significative segnalo l'attenzione che la Chiesa Italiana dimostra per iproblemi delle Famiglie povere che sempre più hanno bisogno d'aiuto e non riescono a sbarcare il lunario.

Trovate qui di seguito il testo della prolusione 1^parte e 2^ parte

Che dire buona lettura... per intanto!

martedì 22 maggio 2007

BBC: VERGOGNATI!

Vergognoso attacco della BBC e di chi ha ripreso un suo filmato che spara mezogne sulla Chiesa e sul Papa, distorcendo la realtà e facendo apparire quello che non è.
Se questo è il meglio del giornalismo allora dobbiamo proprio dire che siamo alla frutta, solo che questa è marcia!
Un filmato quello della BBc che infama senza prove e accusa il Papa di nascondere i pedofili mentre è vero il contrario.
BBC, portavoce e inventrice di menzogne, vergognoso!

vi consiglio la lettura dell'articolo
Infame calunnia via Internet scritto da Andrea Galli e pubblicato su Avvenire di sabato 19 maggio 2007.

martedì 8 maggio 2007

Figli di un padre e di una madre. Dalla famiglia non si prescinde

Ancora reazioni scomposte da parte di chi ha problemi circa la propria identità sessuale.
Si perchè la questione dei DICO nasce da questo problema. I cosidetti gay altro non sono che omosessuali che credono di risolvere il loro problema facendo finta di essere del sesso opposto a quello che effettivamente hanno.
la natura non può essere sovvertita, nemmeno dal chirurgo plasitico se nasci con il sesso maschile non puoi inventarti di essere femmina.
Le rivendicanzioni stesse denotano personalità disturbate. la soluzione invece è quella di curare il disturbo di identità con una terapia di tipo psicologico così come presentato da Joseph Nicolosi nel suo libro "Oltre l'omosessualità"

Che dai rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso per natura siano sterili dovrebbe già essere un indizio che le rivendicazioni gay sono artificiose.

Nell'attesa di scendere in piazza a protestare contro queste storture e a promuovere l'unica e vere famiglia secondo natura Vi propongo la lettura di un altro interessante articolo di Marina Corradi pubblicato su "è famiglia" inserto di Avvenire il 30 marzo scorso

Dalla parte dei figli. La Nota dei vescovi italiani per prima cosa analizza la questione dei Dico da questa prospettiva. Dal "basso", per così dire: dallo sguardo dei bambini, che si rivolgono ai genitori da sotto in su – da una prospettiva di attesa fiduciosa. E "dalla parte dei figli", chi ha un po’ di memoria e di onestà intellettuale si ricorda che quando si è bambini, il desiderio è quello di avere un padre e una madre che non solo ci amino, ma siano tra loro legati in un volersi bene solido e duraturo, capace di tenere alla prova dei litigi, del dolore, dell’usura del tempo. Quando si è bambini, ciò che si domanda è che tuo padre e tua madre siano alle tue spalle, insieme; come un porto di acque sicure in cui aspettare il momento di prendere il largo da soli. Come un terreno su cui il figlio costruisce le sue fondamenta: se la terra è aperta da incrinature, o addirittura sconvolta da un sussulto di faglie, la casa, sopra, mostra nelle mura le breccia del terremoto, come una ferita.
Sono stati scritti, da illustri psicologi, libri per dimostrare come i figli naufraghi famiglie disperse possano comunque crescere sereni; e proprio questo affannarsi a dire che, nonostante tutto, a quella divisione si può sopravvivere indica la consapevolezza, talvolta a parole negata, che comunque il dissolversi della famiglia è per un bambino una prova durissima.
Un "patrimonio incalcolabile di sicurezza", secondo la Nota, viene ai figli dalla famiglia fondata sul matrimonio. E qualcuno obietterà che tante unioni nate da matrimonio poi falliscono. Ma la difficoltà a restare insieme non può fare passare in secondo piano l’importanza fondante della scelta iniziale: l’impegno a una fedeltà, la volontà di un rapporto stabile e in quanto tale riconoscibile dalla comunità che è attorno. Se nemmeno a livello di promessa questo desiderio esiste, è come, invece che gettare fondamenta, stabilire fin dal principio che si vivrà dove capita, in precarie dimore. È il minimalismo degli affetti, il precariato della famiglia; ed è molto difficile crescere in regime di precariato affettivo; difficile affrontare la realtà, incerto come sei sulle forze che hai dietro le spalle.
In una cultura in cui sempre più i figli sono oggetti, oggetti da pretendere se non arrivano, da selezionare se arrivano difettosi, da rivendicare anche quando gli aspiranti genitori sono dello stesso sesso, comunque "cose" che appagano i bisogni affettivi degli adulti, la prospettiva dei vescovi italiani si mette dalla parte dei figli – che sono persone. In uno sguardo che certo è cristiano, nell’attenzione ai diritti dei più deboli. Ma prima di tutto è profondamente umano, in un tempo in cui si va dimenticando cosa è un uomo, e cosa voglia davvero.

lunedì 7 maggio 2007

E con i Dico nasce la «pensione di comodo»

Nuove intereessanti prospettive per la pensione facile da un articolo di Francesco Riccardi tratto da "è famiglia" inserto di Avvenire del 23 marzo 2007

«Ah, sono proprio contento. Adesso finalmente ci sistemiamo». Il giorno dopo l’approvazione del disegno di legge sui Dico le telecamere della Rai inquadrarono un giovane napoletano soddisfatto. «Lei e la sua fidanzata allora andrete a iscrivervi in comune?», chiese la giornalista. «No, non ci penso proprio... ci troviamo un bravo vecchiariello e così poi lui ci lascia la pensione e magari anche l’eredità». La schiettezza partenopea svela così, senza bisogno di complicate analisi, uno dei rischi maggiori connessi al riconoscimento delle unioni di fatto sul piano previdenziale: quello delle truffe. Degli arrangiamenti di comodo: patti di convivenza che verrebbero stretti con il solo fine di "assicurare" una pensione di reversibilità al superstite, destinata a durare anche decenni. Pensiamo, ad esempio, al caso di un pensionato 80enne e una giovane di 20 anni che potrebbero trovare "conveniente" stringere un Dico, in maniera da lasciare a lei la pensione una volta che l’uomo sia deceduto. Il sistema previdenziale pubblico si troverebbe a pagare un assegno per altri 40-50 anni, fino alla morte della giovane.

Un’ipotesi non proprio limitata se solo si pensa alle numerosissime convivenze già in atto tra anziani e badanti, nella gran parte dei casi senza un regolare contratto di lavoro. E ancora: si potrebbero sviluppare delle differenziazioni inique. Già oggi, per fare un altro esempio, il nipote, orfano di genitori, che sia a carico del nonno ha diritto alla pensione di reversibilità. Ma solo fin tanto che non abbia redditi propri, sia minorenne o abbia meno di 26 anni se iscritto all’università. Lo stesso nipote, se stringesse un Dico con il nonno, invece, maturerebbe il diritto all’assegno di reversibilità vita natural durante, solo eventualmente ridotto in presenza di altri redditi. Si potrebbe continuare con altri esempi, ma bastano questi per comprendere come la vera molla per stringere un Dico non starebbe tanto nella natura del rapporto, più o meno more uxorio della coppia di conviventi, quanto in un mero ragionamento economico. Tutti i soggetti non legati da vincoli matrimoniali potrebbero in un modo o nell’altro cercare di arrangiare un rapporto di convivenza più o meno fittizio per assicurarsi una (immeritata) tutela previdenziale. Facendo lievitare i costi a livelli insostenibili.

Questo della spesa è un capitolo certamente difficile da stimare a priori. Innanzitutto perché il disegno di legge governativo rimanda alla trattativa sul riassetto previdenziale la specificazione dei criteri di ammissione al beneficio e potrebbero essere previsti dei limiti temporali. Poi perché è difficile stimare, all’interno dell’universo delle coppie oggi conviventi (circa 550mila) quanti sarebbero effettivamente interessati a stringere un Dico o Pacs o un altro patto simile. Alcuni esperti, però, hanno calcolato che – se attualmente ogni anno vengono accese circa 250mila nuove pensioni di reversibilità con un costo intorno al miliardo di euro – ipotizzando altri 50mila assegni derivanti dai Dico, la spesa si innalzerebbe di 200 milioni di euro l’anno. «Cifre non certo trascurabili. Ma il vero problema potrebbe essere un allargamento incontrollato della platea degli aventi diritto», sottolinea Giuliano Cazzola, ex sindacalista e sindaco dell’Inps. E infatti ben più "pesanti" sono le previsioni di un altro esperto di previdenza, Giuseppe Pennisi: «Una stima preliminare afferma che nei primi 20 anni di introduzione, un istituto come i Pacs costerebbe in termini di pensioni di reversibilità, oltre 83 miliardi di euro, pari a 3.500 euro per ogni lavoratore.

Solo nell’ultimo anno della stima, il costo totale sarebbe di quasi 8 miliardi in totale, cioè 340 euro per contribuente. Si tratta però di un calcolo approssimato per difetto. Perché se si vogliono prendere per buone le dichiarazioni degli esponenti del movimento gay, secondo i quali "ci sarebbero dai 2 ai 3 milioni di coppie pronte a stringere un Pacs", allora bisognerebbe moltiplicare per 4 o 5 volte le stime iniziali».

Costi sostenibili? No, se solo si considera l’attuale situazione della previdenza, che già pone serie ipoteche sul futuro previdenziale dei giovani. E per la quale ci sarà già bisogno di reperire nuove risorse già nell’immediato per finanziare la riduzione dello scalone delle pensioni d’anzianità e l’auspicato aumento delle minime. In definitiva, l’aumento degli assegni di reversibilità richiederebbe o un ennesimo inasprimento fiscale oppure il taglio di altre pensioni.

Più in generale, infine, si rischia di snaturare uno strumento che ha uno scopo preciso: difendere il coniuge debole, ripagarne il "sacrificio" nella cura familiare, l’eventuale rinuncia al lavoro e soprattutto permettere la sopravvivenza del nucleo familiare una volta deceduto l’unico (o il principale) percettore di reddito. Nato nel 1939 dopo la guerra in Etiopia, l’istituto della pensione di reversibilità è stato poi via via "raffinato" nel corso del tempo ma (al di là dei figli sempre tutelati) resta in sostanza l’unico vero presidio riservato alle coppie che abbiano contratto matrimonio. Solo nel rapporto di coniugio, infatti, si realizza quella piena comunione morale e materiale, quell’assunzione pubblica di doveri e responsabilità reciproche fra marito e moglie, che giustificano l’interesse dello Stato a tutelare il soggetto superstite, provvedendo a versargli un assegno entro certi limiti di reddito e di condizioni.

Diritto che – non a caso – si estingue se il superstite contrae un nuovo matrimonio (e in questi casi purtroppo si verificano tante convivenze di comodo). «Tutte le altre tutele per i conviventi già esistono oppure possono essere facilmente attivate grazie al diritto privato – commenta Vincenzo Ferrante, ordinario di Diritto della previdenza alla Cattolica di Milano –. La pensione di reversibilità è l’unico vero nodo. D’altro canto, però, quando ne discuto con i miei studenti faccio sempre questo esempio: è come se io volessi comprare un’auto disconoscendo il contratto di compravendita. Nessun concessionario potrebbe consegnarmela. E allora: o accetto le regole di vendita, o la rubo e non sarebbe giusto. Oppure me la fabbrico da solo, con altri mezzi».

venerdì 4 maggio 2007

Terrorismo mediatico: strategia preordinata

Si tratta proprio di terrorismo mediatico! Il vile attacco di Andrea Rivera ( e di chi gli fa da suggeritore)al Vaticano e al Papa, non può che essere catalogato come terrorismo.
La conferma è nelle parole piene di livore e di astio che si stanno sprecando in molti postidelogicamente schiarati ( ovviamente contro il Papa).
In somma paga lanciare il sasso e poi nascondere la mano, fare un comizio in piazza S. Giovanni in diretta TV, è molto più dirompemnte che scrivere sui muri contro Bagnasco, o inviare lettere con le pallottole, ma alla fine fa parte tutto della stessa strategia.
Si offende e si irride con la demagogia e poi si accusa l'offeso se protesta... proprio una evidenza della falsità di queste posizioni da Rivera in su!
Il problema è che si sta artificiosamente costruendo un clima usando frasi fatte e menzogne per schernire e screditare.

Ora basta! i "cattivi maestri" che circolano e scrivono in qua e in la non sono che la prova dell'aria da terrorismo che stanno alimentando!

per approfondire consiglio di leggere questi due articoli:

berciano e non sanno quello che dicono tratto dal blog amico "uomo vivo"
e
Una tensione studiata ma non prevarrà articolo di Marco Tarquinio su Avvenire di giovedì 3 maggio.

giovedì 3 maggio 2007

Famiglie discriminate, a convivere si risparmia sulle tasse

articolo di Ilaria Nava pubblicato su "è famiglia" inserto di Avvenire del 27 aprile 2007

L’articolo 31 della Costituzione italiana assegna allo Stato il compito di agevolare «con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose». Per fare in modo che questa norma non resti lettera morta ci sono ancora molti passi da compiere per sostenere davvero la famiglia. Che questo sia possibile, lo dimostra la situazione degli altri Paesi europei, in cui lo Stato è intervenuto con azioni molto concrete a favore dei nuclei familiari: «Avere figli in Italia costa molto, certamente più che negli altri Paesi d’Europa – afferma Paola Maria Zerman, Avvocato dello Stato, coordinatrice della Commissione per la famiglia istituita dalla vicepresidenza del Consiglio dei ministri nella scorsa legislatura, nonché direttore del sito www.lafamiglianellasocietà.org– più che in Francia, ad esempio, dov’è applicato il "quoziente familiare", meccanismo fiscale che tiene conto del numero dei componenti e che, in altre parole, considera il reddito complessivo di una famiglia e lo divide per il numero dei figli a carico, attuando così l’"equità orizzontale"».
In effetti, dati alla mano, per farsi un’idea basti pensare che una famiglia di quattro persone composta dai coniugi e due figli a carico, con un reddito di 50.000 euro, paga in Italia un’imposta di 13.225 euro. In Francia per la stessa famiglia l’imposta precipita a 2.518 euro. Con un reddito di 25 mila euro in Italia ne paga circa 2.500, in Francia solo 52 euro.

«La deduzione del costo minimo per il mantenimento dei figli, (Bif, basic income family) – continua l’avvocato Zerman – costituisce una proposta, fortemente auspicata dal Forum delle famiglie, che giace da anni in Parlamento. È quantomeno singolare che questo meccanismo, sostanzialmente adottato per le imprese, che possono dedurre i costi sostenuti per il loro esercizio, non sia riconosciuto anche per le famiglie, in ragione della primaria e fondamentale attività sociale che esse svolgono, anche sotto il profilo economico. Senza considerare il ritorno finanziario, in termini di imposta indiretta, quale è l’Iva, che anche lo Stato ne avrebbe, considerato che le famiglie spendono per beni di prima necessità quasi tutto quello che guadagnano. Ed in questo senso costituiscono il più importante operatore economico sul mercato interno». Spesso, infatti, si tende a dare per scontato il fatto che l’insieme di relazioni positive e di fiducia che si sviluppano all’interno della famiglia creano benessere e slancio vitale che costituiscono quello che viene chiamato "capitale sociale", vero motore per lo sviluppo di un paese.

Questa rilevante pressione fiscale, peraltro, non è neppure compensata dalla quantità e qualità dei servizi resi. Basti pensare che l’Italia ha investito nell’ultimo quarto di secolo in tema di politiche familiari una somma pari all’1,1% del Pil, contro il 3,4% della Germania ed il 2,4% del resto dell’Europa.

«La revisione del sistema fiscale – conclude Zerman – è ormai urgente, siamo il Paese più vecchio al mondo, perché con l’indice di natalità più basso. Occorre che i politici ne prendano finalmente atto. Sostenere la famiglia non è garantire un privilegio, né favorire i cattolici. È semplicemente una questione vitale per la società. Potremmo ripetere con De Gasperi: "Il politico pensa alle prossime elezioni, lo statista alla prossima generazione"».

mercoledì 2 maggio 2007

Retrogradi sul palco!

Increscioso fatto al concerto del 1° maggio.
A parte l'inutilità di un evento musicale che per i lavoratori ha l'importanza di una sfilata di moda, che poi ci siano se dicenti "comici" che sparino parole offensive conto la Chiesa, non può che far riflettere sui veri intenti delal manifestazione.
A nulla valgono le scuse degli organizzatori ( avvenute dietro il palco e a telecamere spente).
E mentre c'è chi scrive sui muri e spedisce bossoli calibro 9 a Vescovi che non hanno paura di proclamare il pensiero con sincerità il pensiero della Chiesa, fa specie che ci sia chi ironizza quasi a solidarizzare con i sedicenti brigastisti.
E' un fatto increscioso che getta una orrenda fama su questo concertaccio del 1° maggio. Il concerto della retorica sindacalista robe da PCUS.
Ecco che i veri retrogradi sono questi che restano ancorati ad una prosopopea da "compagni comunisti" quando tutta la storia dimostra il fallimento di questa ideologia e la vittoria della Verità sulle fandonie del partito.

Sparate del genere dimostrano chiaramente come ci sia chi sta fomentando l'odio e la violenza nascondendosi sotto altre bandiere come quella dei sindacati.

Occorre prendere uan posizione netta su questo fatto perchè è nel torbido che pescano brigatisti e falsari. Sarà il caso che le scuse vengano fatte adeguatamente sopra il palco e dallo stesso Andrea Rivera... in caso contrario il prossimo anno potrebbe essere inopportuno lo svolgersi di un concerto di tale inutilità.

Ladrone è che ruba la scenda di una manifestazione per calunniare non chi proclama la Verità da 2000 anni.
A Rivera! facci un piacere... vai a zappare i campi!

giovedì 26 aprile 2007

Messaggio della Madonna di Medjugorje del 25 aprile 2007

"Cari figli, anche oggi vi invito di nuovo alla conversione. Aprite i vostri cuori. Questo è tempo di grazia, finché sono con voi, sfruttatelo. Dite:”Questo è il tempo per la mia anima”. Io sono con voi e vi amo di un amore incommensurabile. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. "

mercoledì 4 aprile 2007

Padri: "non abbiate paura!"...

...ma tiriamoci su di maniche!

In questi giorni di cortine fumogene e di confusioni volute, per nascondere quanto sta in realtà accadendo, vorrei dare il mio modesto apporto e contribuire a chiarire a far luce e insomma a fare Verità.
La Verità è tutt'altro che relativa, anzi è perfettamente tangibile e sperimentabile: è la realtà!
Allora andiamo a vedere i fatti per poi cercare di trovare l'orientamento e quindi muoverci senza indugio nella direzione giusta ( quella cioè consona al nostro essere umani).

In questi giorni è in atto un attacco concentrico alla famiglia, i Di.co ne sono l'esempio oltre che la testa di ponte. Oltre a questo più nascosti ci sono una serie di fatti più o meno volutamente reclamizzati che creano intorno alla famiglia una alone quasi nostalgico e utopico. Scuole allo sbando che avevano iniziato qualche anno fa con le settimane di autogestione e ora si ritrovano con anni interi e lezioni completamente autogestite telefonino alla mano. Il tutto ovviamente filmato e scaricato nella rete.

Basta è ora di aprire gli occhi e di passare al "contrattacco". Ma... come? che fare?
Ecco alcuni interventi che approfondiscono la problematica.
Inoltre, credo ci si possa ben ispirare al grande uomo e Servo di Dio di cui da poco abbiamo celebrato la Memoria: Giovanni Paolo II.
Credo che in quanto Papa abbia esercitato l'essere padre come ruolo come carità verso i cristiani ma non solo oserei dire verso l'Uomo in quanto umanità.
Credo occorrerà approfondire sia l'esempio dato nella sua vita ma anche quanto da lui scritto sulla famiglia e sulla paternità.
E come disse Giovanni Paolo II “Non abbiate paura”


Il prof. Israel riporta nel suo blog l'interessante articolo di Galli della Loggia

approfondisce Eugenia Roccella su Avvenire del 4 Aprile 2007 con l'articolo Disconosciuti i padri? È la famiglia svuotata

e per ultimo ma non ultimo la bella provocazione del dott. Claudio Risè noto psicologo e scrittore.
nostalgia del padre

lunedì 2 aprile 2007

NON ABBIATE PAURA!


Desidero ricordare Giovanni Paolo II a partire dalle sue prime parole di pontificato.
Sono molti ricordi che fanno parte della mia vita che in alcune occasioni grandi o piccole è passata accanto a questo frande uomo.
Qualcuno si è affrettato a soprannominarlo Giovanni Paolo il Grande, e a me pare che questa sua grandezza se così si può dire derivi dal suo farsi prossimo con il cuore e a tutt i piccoli, ad essere semplice ad essere così immediato con gli sguardi e i gesti nel comunicare il suo affetto per chi aveva difronte, come per Gesù Cristo e la Madonna.
"Non abbate paura, spalancate le porta a Cristo!" questo messaggi orisuona ancora come la sintesi dela suo coraggio e della sua grinta che ha voluto trasmettere alla Chiesa, ai giovani, ai malati ai sofferenti, al mondo.
Giovanni Paolo uomo di speranza, che hai incoraggiato le sentinelle del mattino a portare la speranza in questo mondo, veglia ancora e stai con noi.

Omelia del Papa nel secondo anniversario della morte di Giovanni Paolo II

domenica 1 aprile 2007

la benedetta nota CEI!

"Chi ha orecchie per intendere intenda!"
potrebbe essere questo il sottotitolo della nota della CEI sul comportamento dei cattolici in politica rispetto a leggi che vanno contro natura.
Ebbene sì, se prima qualcuno poteva far finta di non aver sentito, ora le parole sono chiare e precise: un cattolico non può votare contro la natura e quindi l'istituzione della famiglia naturale. Chi lo farà si auto esclude dal buon senso.

riporto qui il testo integrale della
Nota del Consiglio Episcopale Permanente a riguardo della famiglia fondata sul matrimonio e di iniziative legislative in materia di unioni di fatto 28 marzo 2007.
Qui si vedrà chi usa il marchio di cattolico per essere eletto epoi si comporta da nemico dei cattolici! Grazie Bagnasco, Grazie CEI.

Inoltrte ci sono politici "disinteressati" che si stracciano le vesti per questa nota, urlando come ossessi "ingerenza , ingerenza!"
ma ci facciano il piacere! sembrano solo dei piagnistei di bambini viziati (e che vizi!).
La spettano e rispondano alle domande:
la costituzione chiede (art 31) preoccupatevi delel famiglie numerose!
la biologiaproclama che le famiglie naturali sono quelle formate dall'unione di un'uomo e una donna! ( così come la Costituzione art.29)
la biologiacostata che non è mai nato nulla da esseri umani dello stesso sesso!

Allora la vera ingerenza la stanno facendo i movimenti estremisti e fanatici dei Gay, che non voglio ammettere quello che il loro corpo grida e la loro mente nega,: se sei maschio non puoi giocare a fare la femmina e viceversa!

Basta! il Paese chiede ben altro che andar dietro ai pruriti di chi nega la propria realtà sessuale!

giovedì 29 marzo 2007

Perché non possiamo non dirci cretini leggendo Odifreddi

Giusto per riprendere e cercare di capire cosa può portare un matematico a sragionare uscendo dalla logica ed offendendo chi non la pensa come lui.
A rigor di logica dovrebbe vigere il rispetto per ciò che non si conosce, invece in questo caso emerge la presunzione di ridurre tutto alla certezza matematica.
Vorrei chiedere al tal matematico, se quando dice di amare sua moglie o i suoi figli si sente cretino, visto che non è dimostrabile quanto ama o quanto i suoi figli si fidino di lui.
Noi potremmo anche perdonarlo ma vorremmo vedere un po' di coerenza e di rispetto.
Pubblihimo qui parte dell'interessante articolo di Giuliano Zincone su Il Foglio di giovedì 29 marzo 2007

C’È UN BESTSELLER CHE VUOLE FARCI PASSARE (QUASI) TUTTI PER EBETI DA MILLENNI. CHISSÀ CHE TIPO DI EXIT POLL HA FATTO
...Miliardi e miliardi di credenti hanno calpestato
l’orbe terracqueo. Come mai? “Credo
quia absurdum”, predica una sentenza
dedotta e/o attribuita (Tertulliano? Agostino?
Due cretini, comunque). Mi sembra molto
difficile negare che l’umanità abbia fame
e sete di assurdo, di sogni impossibili, di
sperare in una vita al di là della vita, nelle
forme più diverse, dalla reincarnazione al
purgatorio. E trovo piuttosto infantile schiaffare
nell’inferno dei cretini tutti i geni che le
religioni hanno prodotto. Quel che mi sorprende,
tuttavia, non è soltanto il fatto che,
nella storia dell’uomo, non sia mai esistita
una società completamente atea, bensì la
coincidenza dell’astrattezza presunta dei
credenti (compresi gli ebeti “assorti nella
contemplazione delle cose celesti”) con le
loro formidabili realizzazioni pratiche e visibili.
Nessuno nega che singoli atei abbiano
prodotto risultati eccellenti nei territori immateriali
delle scienze, delle letterature e
delle filosofie (spesso accollandosi l’onere
della pars destruens). Ma è curioso osservare
che gli imbambolati religiosi hanno costruito
(quasi?) tutto ciò che abbellisce la
crosta del pianeta, dalla Cappella Sistina ad
Angkor Wat. Insomma: i cretini hanno lasciato
tracce solidissime e patrimoni di bellezza
che ancora stupiscono il mondo. Gli atei/intelligenti,
invece, hanno edificato soprattutto
nobili cattedrali di parole, spesso confutate
dai loro posteri, spesso effimere. Ciò mi
fa sospettare che i superstiziosi con le teste
tra le nuvole abbiano più esperienza delle
opere concrete di quanta ne abbiano alcuni
cultori (materialisti?) delle logiche matematiche.
I cultori, si sa, coltivano. Ma quando la
coltivazione diventa un culto, finisce con l’imitare
una qualsiasi religione, compresa
quella dei cristiani/cretini.

lunedì 26 marzo 2007

Medjugorje: messaggio del 25 marzo 2007

A Medjugorje (Čitluk, Bosnia-Erzegovina) già da tempo sei testimoni affidabili, sotto giuramento, hanno continuato caparbiamente a testimoniare che dal 24 giugno 1981 fino ad oggi la Beata Vergine Maria o, come la chiama qui la gente, Gospa, la Madonna, appare loro quasi quotidianamente.
Per una descrizione accurata dei fatti visita il sito ufficiale

Dal 25 gennaio 1987 la Vergine invia i Suoi messaggi il 25 di ogni mese tramite la veggente Marija Pavlović. Tutto questo continua ancora oggi.

MESSAGGIO DEL 25 MARZO 2007
"Cari figli, desidero ringraziarvi di cuore per le vostre rinunce quaresimali. Desidero incitarvi a continuare a vivere il digiuno con cuore aperto. Col digiuno e la rinuncia, figlioli, sarete più forti nella fede. In Dio troverete la vera pace, attraverso la preghiera quotidiana. Io sono con voi e non sono stanca. Desidero portarvi tutti con me in paradiso, per questo decidetevi ogni giorno per la santità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

domenica 25 marzo 2007

Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”. Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo.
Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.
E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù le disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.

Parola del Signore


(capitolo 8,1-11)

Siamo tutti peccatori, e tutti abbiamo la possibilità di essere accolti da Dio. Che bello e che grande occasione nelle nostre mani!

sabato 24 marzo 2007

Più Famiglia: il manifesto

Ecco il manifesto sottoscritto dalle numerose associazioni di laici con cui si chiede una maggiore attenzione vesro la famiglia così come sancito dalla Costituzione Italiana (articoli 29 - 30 - 31).
La proposta di legge Bindi Pollastrini, sembra essere invece un grande schiaffo alla Famiglia.
Anzi con le recenti manifestazioni della lobby gay è ormai chiaro che non si tratta altro che di un paravento per inventare improbabili unioni a tempo, precarie, e artificiali.
Sono infatti questi i maggiori motivi di contrarietà ai DI.Co (Dichiarazioni di Convivenza):
Temporaneità: la legge andrebbe ad equiparare unioni dichiaratamente temporanee ai matrimoni che almeno nell'intenzione sono per tutta la vita.
precarietà:le cosidette convivenze non offrono garanzie di stabilità, sono la precarizzazione del rapporto di coppia. Ciò risponde alla logica dell'usa e getta del tipo "Oggi stiamo insieme, domani chissà vado con un'altra", tutto il contrario dell'amore tra uomo e donna su cui si fonda il matrimonio.
artificiosità: I Di.Co equiparano il matrimonio tra uomo e donna a comportamenti non naturali come le unioni tra persone dello stesso sesso. Come ha ben dimostrato Joseph Nicolosi nel suo recente Libro " Oltre L'omosessualità" si tratta di reazioni ed effetti di problemi psichici ben definibili dovuti ad una difficile accettazione del proprio genere sessuale. Occorre pertanto distinguere l'amore dal desiderio di essere accettati, accolti dalle persone del proprio sesso. Le cure sono possibili e già molti sono guariti dall'omosessualità.

E' ora di far sentire la voce delle Famiglie Vere, l'appuntamento è per il 12 maggio a Roma.

venerdì 23 marzo 2007

Sette settimane e mezza. Abbiamo un appuntamento, sabato 12 maggio!

50 giorni al Family Day Giornalisti, provate a stupirci

Sette settimane e mezza. Abbiamo un appuntamento, sabato 12 maggio. Un documento denso e agile, leggibile da chiunque. Una cospicua lista di aggregazioni laicali. E soprattutto le famiglie, quelle fatte da una padre e una madre, legati in un’unione stabile aperta ai figli. Queste sette settimane e mezza sarebbero un tempo prezioso per parlare finalmente di loro non solo nei soliti risaputi termini di "crisi" della famiglia, "fine" della famiglia, famiglie moribonde, famiglie zombi, famiglie fatiscenti, famiglie sentina di vizio e violenza («La famiglia uccide più della mafia»: titolone criminale letto di recente su un grande quotidiano nazionale), contrapposte al dorato, ridente e suadente mondo delle unioni plurime, allargate, omosessuali. Sarebbero un tempo prezioso per parlare seriamente della casa, che per troppe famiglie potenziali non c’è e per troppe famiglie con figli è troppo piccola e troppo cara. Del lavoro, con le famiglie che devono loro, sempre loro adattare i propri tempi e i propri ritmi a quello delle aziende, quasi mai il contrario. Del part-time, nel nord Europa un normalissimo diritto, da noi spesso una concessione o perfino un privilegio. Di quanto costano i figli e di come quel costo sia tutto sulle spalle delle famiglie, quasi fossero pure loro un lusso e non una risorsa per l’intera società. Di come si parli ossessivamente dei consumi delle famiglie e non dei valori immateriali delle famiglie. Eccetera. Si potrebbe fare questo. Anzi, abbiamo la sensazione che la giornata del 12 maggio in sé valga eccome, ma che abbia altrettanto valore questo tempo di preparazione. Sette settimane e mezza, restano. Perché la prima metà l’abbiamo buttata via. Leggi i giornali, infatti, e che cosa leggiamo? Delle associazioni gay che si autoinvitano, pur non avendo alcuna intenzione di sottoscrivere il manifesto che fa discrimine stilato dagli organizzatori. I quali, democratici e sorridenti, non cascano nel tranello di chi li vorrebbe chiusi, aggressivi e ringhiosi e replicano: prego, accomodatevi pure, magari vedete di essere educati, la piazza è di tutti ma la festa l’abbiamo organizzata noi. I contenuti qui fanno la differenza. Leggiamo dei politici – io ci vo, no tu no, io forse, io vedrò – anche se la giornata non ha finalità politiche. Poiché è per la famiglia e contro nessuno, naturalmente non si parla di famiglia ma di "nessuno": dello spettro dei Dico, delle unioni di fatto, dei gay, eccetera. E siccome è tutto pensato e scritto e sottoscritto da fedeli laici, vai con la caccia al vescovo da spremere, nella speranza che conceda uno spiraglio, anche sottile come un capello a cui aggrapparsi per scatenare la polemica, perché questo fronte unanime e sereno e alacre delle aggregazioni laicali un po’ di rabbia fa: e dove sono i cattolici afasici, rancorosi, pigri, privi d’iniziativa? Sarebbe anche l’occasione per scoprire che cosa sono queste aggregazioni. Per lasciarsi trasportare dalla curiosità di andare a vedere, ascoltare, capire e raccontare che cosa unisce centinaia di migliaia di italiani che la cronaca ostinatamente ignora, prigioniera di troppi schemini ideologici. Non c’è spazio? A costo di apparire politicamente scorrettissimi, suggeriamo: un’intervista (la solita) in meno a un leader gay (il solito), e un’inchiesta in più per andare al cuore di un laicato cattolico che può sembrare afasico, signori, soprattutto perché nessuno lo sta a sentire, non i giornalisti, non i professori. Sette settimane e mezza, il tempo ci sarebbe. La voglia, beh, quella è tutto un altro discorso.

Pubblicato su Avvenire 22 marzo '07 - scritto da Umberto Folena

giovedì 22 marzo 2007

Udienza di Papa Benedetto XVI del 21-3-'07

Pubblico il testo dell'udienza generale di mercoledì 21 marzo 2007.
in grassetto alcune sottolineature che mi interessano particolarmente, anche se tutta questa catechesi è istruttiva ed interessante per i tempi che corrono.


San Giustino, filosofo e martire

Cari fratelli e sorelle,

stiamo in queste catechesi riflettendo sulle grandi figure della Chiesa nascente. Oggi parliamo di San Giustino, filosofo e martire, il più importante tra i Padri apologisti del secondo secolo. La parola “apologisti” designa quegli antichi scrittori cristiani che si proponevano di difendere la nuova religione dalle pesanti accuse dei pagani e degli Ebrei, e di diffondere la dottrina cristiana in termini adatti alla cultura del proprio tempo. Così negli apologisti è presente una duplice sollecitudine: quella, più propriamente apologetica, di difendere il cristianesimo nascente (apologhía in greco significa appunto “difesa”) e quella propositiva, “missionaria”, di esporre i contenuti della fede in un linguaggio e con categorie di pensiero comprensibili ai contemporanei.

Giustino era nato intorno all'anno 100 presso l'antica Sichem, in Samaria, in Terra Santa; egli cercò a lungo la verità, pellegrinando nelle varie scuole della tradizione filosofica greca. Finalmente - come egli stesso racconta nei primi capitoli del suo Dialogo con Trifone - un misterioso personaggio, un vegliardo incontrato lungo la spiaggia del mare, lo mise dapprima in crisi, dimostrandogli l'incapacità dell'uomo a soddisfare con le sole sue forze l'aspirazione al divino. Poi gli indicò negli antichi profeti le persone a cui rivolgersi per trovare la strada di Dio e la “vera filosofia”. Nel congedarlo, l'anziano lo esortò alla preghiera, perché gli venissero aperte le porte della luce. Il racconto adombra l'episodio cruciale della vita di Giustino: al termine di un lungo itinerario filosofico di ricerca della verità, egli approdò alla fede cristiana. Fondò una scuola a Roma, dove gratuitamente iniziava gli allievi alla nuova religione, considerata come la vera filosofia. In essa, infatti, aveva trovato la verità e quindi l’arte di vivere in modo retto. Fu denunciato per questo motivo e venne decapitato intorno al 165, sotto il regno di Marco Aurelio, l'imperatore filosofo a cui Giustino stesso aveva indirizzato una sua Apologia.

Sono queste - le due Apologie e il Dialogo con l'Ebreo Trifone - le sole opere che di lui ci rimangono. In esse Giustino intende illustrare anzitutto il progetto divino della creazione e della salvezza che si compie in Gesù Cristo, il Logos, cioè il Verbo eterno, la Ragione eterna, la Ragione creatrice. Ogni uomo, in quanto creatura razionale, è partecipe del Logos, ne porta in sé un “seme”, e può cogliere i barlumi della verità. Così lo stesso Logos, che si è rivelato come in figura profetica agli Ebrei nella Legge antica, si è manifestato parzialmente, come in “semi di verità”, anche nella filosofia greca. Ora, conclude Giustino, poiché il cristianesimo è la manifestazione storica e personale del Logos nella sua totalità, ne consegue che “tutto ciò che di bello è stato espresso da chiunque, appartiene a noi cristiani” (2 Apol. 13,4). In questo modo Giustino, pur contestando alla filosofia greca le sue contraddizioni, orienta decisamente al Logos qualunque verità filosofica, motivando dal punto di vista razionale la singolare “pretesa” di verità e di universalità della religione cristiana. Se l'Antico Testamento tende a Cristo come la figura orienta verso la realtà significata, la filosofia greca mira anch'essa a Cristo e al Vangelo, come la parte tende a unirsi al tutto. E dice che queste due realtà, l’Antico Testamento e la filosofia greca, sono come le due strade che guidano a Cristo, al Logos. Ecco perché la filosofia greca non può opporsi alla verità evangelica, e i cristiani possono attingervi con fiducia, come a un bene proprio. Perciò il mio venerato Predecessore, Papa Giovanni Paolo II, definì Giustino “pioniere di un incontro positivo col pensiero filosofico, anche se nel segno di un cauto discernimento”: perché Giustino, “pur conservando anche dopo la conversione grande stima per la filosofia greca, asseriva con forza e chiarezza di aver trovato nel cristianesimo ‘l’unica sicura e proficua filosofia’ (Dial. 8,1)” (Fides et ratio, 38).

Nel complesso la figura e l'opera di Giustino segnano la decisa opzione della Chiesa antica per la filosofia, per la ragione, piuttosto che per la religione dei pagani. Con la religione pagana, infatti, i primi cristiani rifiutarono strenuamente ogni compromesso. La ritenevano idolatria, a costo di essere tacciati per questo di “empietà” e di “ateismo”. In particolare Giustino, specialmente nella sua prima Apologia, condusse una critica implacabile nei confronti della religione pagana e dei suoi miti, considerati da lui come diabolici “depistaggi” nel cammino della verità. La filosofia rappresentò invece l'area privilegiata dell'incontro tra paganesimo, giudaismo e cristianesimo proprio sul piano della critica alla religione pagana e ai suoi falsi miti. “La nostra filosofia...”: così, nel modo più esplicito, giunse a definire la nuova religione un altro apologista contemporaneo di Giustino, il Vescovo Melitone di Sardi (ap. Hist. Eccl. 4,26,7).

Di fatto la religione pagana non batteva le vie del Logos, ma si ostinava su quelle del mito, anche se questo era riconosciuto dalla filosofia greca come privo di consistenza nella verità. Perciò il tramonto della religione pagana era inevitabile: esso fluiva come logica conseguenza del distacco della religione - ridotta a un artificioso insieme di cerimonie, convenzioni e consuetudini - dalla verità dell'essere. Giustino, e con lui gli altri apologisti, siglarono la presa di posizione netta della fede cristiana per il Dio dei filosofi contro i falsi dèi della religione pagana. Era la scelta per la verità dell'essere contro il mito della consuetudine. Qualche decennio dopo Giustino, Tertulliano definì la medesima opzione dei cristiani con una sentenza lapidaria e sempre valida: “Dominus noster Christus veritatem se, non consuetudinem, cognominavit - Cristo ha affermato di essere la verità, non la consuetudine” (De virgin. vel. 1,1). Si noti in proposito che il termine consuetudo, qui impiegato da Tertulliano in riferimento alla religione pagana, può essere tradotto nelle lingue moderne con le espressioni “moda culturale”, “moda del tempo”.

In un'età come la nostra, segnata dal relativismo nel dibattito sui valori e sulla religione - come pure nel dialogo interreligioso -, è questa una lezione da non dimenticare. A tale scopo vi ripropongo - e così concludo - le ultime parole del misterioso vegliardo, incontrato dal filosofo Giustino sulla riva del mare: “Tu prega anzitutto che le porte della luce ti siano aperte, perché nessuno può vedere e comprendere, se Dio e il suo Cristo non gli concedono di capire" (Dial. 7,3).

lunedì 19 marzo 2007

Festa di San Giuseppe


Auguri a tutti i papà, e a tutti Giuseppe.
In particolare anche tanti Auguri a Josef Razingher.
Il Sommo pontefice Benedetto XVI porta il nome di questo grande santo e come Papa ha il compito molto simile di custodire il VErbo di Dio nella Chiesa come fece San Giuseppe nella piccola Nazaret.
ancora auguri!

sabato 17 marzo 2007

La società dell'anti Cristo

Ascoltando il commento alla stampa di padre Livio su Radio Maria di oggi 17 marzo 2007 sono stato incuriosito dalla predicazione di mons Biffi per gli esercizi quaresimali del Papa. La predica è stata pubblicata su "Il Foglio" di giovedì 15 scorso.

molto interessante perchè delinea le caratteristiche dell'antiCristo, prendendo spunto da un piccolo libro scritto da Vladimir Sergeevic SOLOVIEV e pubblicato nell'anno 1900.
Quelo che stupisce ancor di più è il fatto che "Il racconto dell'anticristo" contiene alcuni elementi sorprendenti descrizioni e situazioni che sembrano scritte ieri per oggi ma che in realtà hanno ormai più di un secolo.
Insomma pare che Soloviev c'abbia azzeccato provate a leggere questo breve riassunto de Il racconto dell'anticristo.

Quello che il cardinal biffi sottolinea è che la società odierna ha in se molti elementi anticristiani che la connotano come un terreno fertile dove potrebbe realizzarsi la profezia di Soloviev.

Meditate gente meditate, quando si fa di tutto per eliminare l'idea di Verità, quando matematici danno del cretino ai Cristiani, o giornalisti s'improvvisano storici solo per negare la verità Storica dell'uomo Gesù Cristo, o chi s'inventa un'improbabile tomba, o romanzieri da 4 soldi vendono milioni di libri e bugie annesse, allora tutto può accadere anche la fine del mondo!

Qui trovate la sintesi dell'omelia del cardinal Biffi.
Buona lettura

venerdì 16 marzo 2007

A ROMANO DACCE LI NOMI: SE CE SEI BATTI UN COLPO!

Oggi ricorre l'anniversario del rapimento di Aldo Moro, avvenuto drammaticamente con l'uccisione della sua scorta per mano di un commando di menti deviate dall'ideologia marxista.

Purtroppo voi tutti sapete che la storia non ebbe lieto fine e dopo circa 2 mesi aldomoro venen ucciso e lasciato nel bagagliaio di un'auto in via Fani ( strana coincidenza il nome della via!)

Tutto questo si poteva evitare? occorreva cedere alle pretese dei delinquenti brigatisti? facile con il senno di poi rispondere...
Oggi però vorrei porre la questione su chi parlò depistando e ancora oggi non dice la Verità!
Ebbene si perchè un professore dell'università di Bologna di nome Romano P. (indovinate cosa fa adesso?) disse di avere fatto una seduta spiritica nella quale uno spirito rivelo dove Aldo Moro era tenuto prigioniero: Gradoli!
Ebbe nel paese di Gradoli non c'era nulla, ma in via Gradoli a Roma c'era un covo delle BR, ma non era la prigione dov'era segregato Aldo Moro. Difatto fu un depistaggio!

Nessuno creda alla panzana della seduta spiritica, quale cattolico anche sedicente come il nostro caro Romano, si avventurerebbe a parlare con gli spiriti contro gli insegnamenti del Vangelo? Allora emerge chiaramente che Romano P. non partecipò a nessuna seduta di spirito ma ascolto qualche suo amico legato alla BR!

oggi sarebbe ora che chi ricopre cariche istituzionali facesse i nomi per onesta verso la nazione!

A' Romanoooo dacce sti nomi !!!! altrimenti avremo la certezza che sei tra i fiancheggiatori dei brigatisti che uccisero Moro!
in attesa di Verità, oggi come allora, leviamo il grido di protesta: A'Romano?! se ce sei... BATTI UN COLPO!

mercoledì 7 marzo 2007

I sessi sono 2: un dato di realtà!

Domenica sera ho ascoltato su Radio Maria l'interessante trasmissione della sera dove si parlava dell'identità sessuale.
Il sesso è infatti uno degli elementi base con cui un individuo si identifica. E' un dato di realtà fisico e naturalmente verificabile: o sei maschio o sei femmina.
Insomma il fattore sessuale non è un dato del pensiero, o delle sensazioni, ma fisico!

Bene negli ultimi 30 anni c'è chi è convinto del contrario e che il sesso sia una scelta... mi vien da sorridere, se non scompisciarmi dalle risate, scelta si , ma fatta già dalla natura, non c'è scampo!

Oggi il movimento gay vuole farci credere normale avere tendenze e abitudini opposte a quelle naturali date dal proprio sesso.
Nulla di più falso. Già a livello statistico il dato "normale" ha a che fare con una casistica pressochè assoluta, cosa che non è per i casi di omosessualità. Inoltre, normale è un dato che attiene alla natura, cioè, l'avere tendenze sessuali consonanti al proprio sesso, e non opposte o dubbie!

Come dicevo domenica ho ascoltato con piacere la presentazione del libro del dott. Joseph Nicolosi "Oltre l'omosessualità" recuperabile facilmente presso le edizioni paoline. Finalmente qualcuno che ragiona, uno psicologo non deviato dalle ideologie gay, ma attaccato alla verifica del dato di realtà!

In trasmissione sono intervenuti anhe dei testimoni, persone che un tempo affette dall'omosessualità, ne sono felicemente guarite e ora conducono una vita normalissima, sposati con figli.

Insomma uno sprazzo di luce nel buoi della menzogna che ci circonda!

martedì 6 marzo 2007

Il coraggio della Verità

Mi ha molto colpito la notizia apparsa lo scorso 28 febbraio su Avvenire.
Che dire?!
Un grande grazie a questi otto studenti, che hanno scritto non solo un appello per senso di libertà, ma per cercare proprio nel confronto ( spesso negato all'Università) secondo i canoni scientifici della logica e dell'etica.
qualcuno storcerà il naso per questo richiamo all'etica, ma non vi sorprenda. L'etica nascie dalla filosofia, dall'uso libero della ragione applicato dall'Uomo alla natura.
Ed è proprio la mancanza di etica di certi sedicenti professori (vedi la sig.ra Elena Cattaneo)che non hanno nemmeno il coraggio di rispondere alle obiezioni bascondendosi dietro ai propri titoli altisonanti, ma che mi fammo solo venire in mente il ben noto proverbio "tanto fumo, poco arrosto"

Inutile dire che invito suddetta sedicente professoressa o a rispondere ascientificamente alle obiezioni o a dimettersi dal posto che occupa indebitamente vista la poca apertura mentale.

per approffondire (da Avvenire giovedì 1 marzo )

lunedì 5 marzo 2007

BregGio

Eccomi finalmente entrato nel web2!
vediamo che effetto che fa!

Oggi sembra già primavera ed invece mancano ancora 15 giorni!
Sarà, ma il cambiamenti climatici stanno diventando preoccupanti
se pensiamo che lo scorso anno a quest'ora c'era la neve!