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giovedì 3 gennaio 2013

Politica tra interessi privati e Bene Comune

Cari amici, mi sono imbattuto in un paio di articoli che hanno fatto riflettere parecchio. Il primo è l'editoriale che in prima pagina di Avvenire di ieri mercoledì scorso 2 gennaio 2013, dal titolo "La parola dell'anno" a firma di Luigino Bruni. in particolare Vi ne riporto la parte saliente: "...l'approccio economico alla politica è oggi dominante e pervasivo, eppure coglie soltanto alcune dimensioni delle realtà, ma non tutte, e spesso lascia fuori l’essenziale, tra cui il fatto stesso del voto popolare ... . Sono convinto che tranne pochissime eccezioni ... gli economisti non fanno un buon servizio al bene comune quando trattano la politica come un mercato. Anzi, commettono un errore grave e gravido di conseguenze. L’umanesimo dell’interesse (forse) funziona quando debbo scegliere l’auto o un biglietto aereo, meno per il posto di lavoro, molto poco e male per le scelte dove sono in gioco dimensioni simboliche ed etiche, come quelle politiche. Qualche settimana fa una mia collega mi ha detto: «Io appartengo alla classe agiata americana, e avrei tutto l’interesse economico a votare un programma conservatore. Ma non lo faccio, scegliendo di andare contro i miei interessi». L’economia dominante fa una estrema fatica a capire questo tipo di scelte, che invece sono molte e cruciali soprattutto nei momenti di crisi. Oggi sono molti i cittadini che vanno oltre il loro interesse economico continuando a tenere aperta un’impresa per non licenziare, a pagare tutte le tasse sapendo di essere quasi gli unici a farlo, a credere e a investire nella politica e ad andare a votare per amore civile, nonostante tutto. L’Italia ha già avuto dei momenti felici nei quali la politica, a tutti i livelli, è stata qualcosa di più e di diverso dalla ricerca di interessi privati di elettori ed eletti. Gli uomini, e ancor più le donne, sono capaci di agire anche per interessi più grandi di quelli privati, negarlo significherebbe negare l’umanità e la dignità della persona. I decenni dai quali stiamo (forse) uscendo hanno minato la virtù della speranza di poter cambiare: ma è da questa speranza, che a livello antropologico, e quindi politico, possiamo e dobbiamo ricominciare. Imboccando la strada della buona politica, che dipende certamente dalla «intelligenza media» del Parlamento prossimo venturo, ma dipende anche, e oggi soprattutto, dalla sua «moralità media» ... Lavoriamo (e scegliamo con i nostri stili di vita e il nostro voto) per essere all’altezza di questo passaggio.... (vedi qui l'articolo completo) A riprova dell'importanza delle scelte a cui siamo chiamati riporto anche la notizia di oggi secondo cui alla clinica Universitaria di Padova divisione Ostetricia hanno sostituito il "padre" con il termine "partner" nella scritta sulla targhetta di riconoscimento che spetta al padre dei neonati... Questo per permettere di far giocare 2 lesbiche a far finta di aver generato un bambino. Potete approfondire qui l'articolo di Francesco Dal Mas "Il partner cancella il padre" (da Avvenire del 3-3-13) ciò che voglio sottolineare è che se lasceremo il campo libero al candidato premier Bersani-Vendola (non votando o votando a caso), questo è sarà solo un assaggio di ciò che ci toccherà!

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