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lunedì 24 novembre 2008

mago Tremonti e gli 80 miliardi fantasma

La scorsa settimana ho avuto modo di comporre un puzzel alquanto intricato. Si tratta della famigerata manovra scaccia crisi promessa dal mago della finanza il super ministro Giulio Tremonti.
Ebbene la sua promessa è quella di realizzare una manovra di ben 80 miliardi di Euro. Dopo il comunicato del ministro e lo sconcerto iniziale ho raccolto alcune voci che ritengo siano i pezzi importanti di un puzzel che permette di intuire che qualcosa in effetti non va e i conti non tornano.
1. Il primo tassello mi è arrivato leggendo l'editoriale di FRANCESCO RICCARDI pubblicato da Avvenire lo scorso martedì 18 novembre dal titolo emblematico RICAPITALIZZARE LE FAMIGLIE IN TEMPI DI CRISI PIU' FACILE DIVENTARE VIRTUOSI. Un editoriale illuminante, come spesso capita per gli editoriali di Avvenire. Si spiega chiaramente che degli 80 miliardi promessi ben "56 miliardi di euro vengono da fondi europei e investimenti in grandi opere già programmati". Dei restanti ben 10 andrebbero alle banche ( si avete letto bene! "poverine"). In definitiva resterebbe ben poco dei fuochi d'artificio promessi.
2. il secondo spunto mi viene leggendo il blog dell'On. Bruno Tabacci "
Tutti i dubbi su dove trova 80 miliardi il Governo degli annunci e dei pochi fatti e alcune proposte concrete per affrontare la crisi finanziaria in Italia" (per chi lo desidera è possibile ascoltare il discorso dal sito della camera dei deputati - durata 15 min. circa). O meglio ascoltando il suo discorso alla Camera (20/11/08) si chiariscono molte cose ancora, e appare paurosamente il fantasma del pifferaio magico che conduce tutti infondo al baratro. Mi auguro vivamente che ci si possa fermare prima del baratro, ma appare chiaro che gli interessi che stanno muovendo l'azione di governo non sono primariamente la soluzione della crisi per il bene di tutti. Appare lo spettro di uno statalismo di stampo keynesiano se non peggio socialista, tutto il contrario della libera concorrenza che dovrebbe garantire il rispetto da parte di tutti delle regole stabilite. Sembra quasi che l'Esecutivo anzichè arbitro stia giocando lui stesso per favorirne non meglio precisati interessi. Lo Stato invece dovrebbe essere l'arbitro imparziale che detta le regole del gioco per tutti e che blocca i furbetti del quartierino e non.
3. L'ultimo tassello della faccenda è stato posto dal il Sole 24 ore, anche questa volta un editoriale che tratta del duello sotterraneo tra Tremonti e il governatore della Banca d'Italia. L'editoriale comparso giovedì 20 novembre a firma di Orazio Carabini (Tra Draghi e Tremonti serve una tregua per battere la recessione), analizza bene la situazione che si è venuta a creare in cui Tremonti sembra intento a duellare, più che a coordinare il proprio lavoro con la Banca d'Italia.

Insomma in tempi così duri non è molto bello sapere che chi dovrebbe aiutarci ad uscire dalla crisi sta invece tramando per favorire alcuni interessi. Speriamo solo che queste voci fuori dal coro siano ascoltate e comprese per poter porre rimedio e arginare l'arginabile.


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