No alla legge contro l'omofobia

giovedì 29 marzo 2007

Perché non possiamo non dirci cretini leggendo Odifreddi

Giusto per riprendere e cercare di capire cosa può portare un matematico a sragionare uscendo dalla logica ed offendendo chi non la pensa come lui.
A rigor di logica dovrebbe vigere il rispetto per ciò che non si conosce, invece in questo caso emerge la presunzione di ridurre tutto alla certezza matematica.
Vorrei chiedere al tal matematico, se quando dice di amare sua moglie o i suoi figli si sente cretino, visto che non è dimostrabile quanto ama o quanto i suoi figli si fidino di lui.
Noi potremmo anche perdonarlo ma vorremmo vedere un po' di coerenza e di rispetto.
Pubblihimo qui parte dell'interessante articolo di Giuliano Zincone su Il Foglio di giovedì 29 marzo 2007

C’È UN BESTSELLER CHE VUOLE FARCI PASSARE (QUASI) TUTTI PER EBETI DA MILLENNI. CHISSÀ CHE TIPO DI EXIT POLL HA FATTO
...Miliardi e miliardi di credenti hanno calpestato
l’orbe terracqueo. Come mai? “Credo
quia absurdum”, predica una sentenza
dedotta e/o attribuita (Tertulliano? Agostino?
Due cretini, comunque). Mi sembra molto
difficile negare che l’umanità abbia fame
e sete di assurdo, di sogni impossibili, di
sperare in una vita al di là della vita, nelle
forme più diverse, dalla reincarnazione al
purgatorio. E trovo piuttosto infantile schiaffare
nell’inferno dei cretini tutti i geni che le
religioni hanno prodotto. Quel che mi sorprende,
tuttavia, non è soltanto il fatto che,
nella storia dell’uomo, non sia mai esistita
una società completamente atea, bensì la
coincidenza dell’astrattezza presunta dei
credenti (compresi gli ebeti “assorti nella
contemplazione delle cose celesti”) con le
loro formidabili realizzazioni pratiche e visibili.
Nessuno nega che singoli atei abbiano
prodotto risultati eccellenti nei territori immateriali
delle scienze, delle letterature e
delle filosofie (spesso accollandosi l’onere
della pars destruens). Ma è curioso osservare
che gli imbambolati religiosi hanno costruito
(quasi?) tutto ciò che abbellisce la
crosta del pianeta, dalla Cappella Sistina ad
Angkor Wat. Insomma: i cretini hanno lasciato
tracce solidissime e patrimoni di bellezza
che ancora stupiscono il mondo. Gli atei/intelligenti,
invece, hanno edificato soprattutto
nobili cattedrali di parole, spesso confutate
dai loro posteri, spesso effimere. Ciò mi
fa sospettare che i superstiziosi con le teste
tra le nuvole abbiano più esperienza delle
opere concrete di quanta ne abbiano alcuni
cultori (materialisti?) delle logiche matematiche.
I cultori, si sa, coltivano. Ma quando la
coltivazione diventa un culto, finisce con l’imitare
una qualsiasi religione, compresa
quella dei cristiani/cretini.

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